MOVIMENTO INTERROTTO

Il desiderio disperato e nostalgico di ciò che appare come perduto per sempre, diventa allora altro: collera, rabbia, disperazione e fuga. Siccome non c’è possibilità di fuga, non c’è una tana, non un nascondiglio, allora qualcuno cerca conforto in qualcosa che riesca - anche per poco - a trasmettere un senso di pace, protezione, straniamento dal dolore. Ogni giorno ne vedo l’effetto nelle dipendenze da sostanze: la fuga per eccellenza. Una forte esclusione dei padri con un materno inglobante. Hellinger parla e lavora molto sul movimento interrotto, in particolar modo, della madre dal figlio e viceversa.

 

Come uscirne? Attraverso un movimento di avvicinamento corporeo dove si attivano nuove informazioni fisiche ed emotive che liberano il corpo da quel dolore che lo ha imprigionato sino ad allora, un corpo congelato e cristallizzato. Occorre agire proprio là, dove il movimento si era interrotto, ritornando a quel momento per riprovare le stesse sensazioni di allora per poi condurlo a compimento nell’autenticità della percezione. Ristrutturando una nuova esperienza guaritrice che rinsalda nuove immagini interiori. Ma autonomia e felicità non possono essere regalate! Il presupposto per ottenerle è che l’individuo si raccolga in se stesso e attinga la forza per agire. Hellinger stesso ci dice che questo esercizio di ritorno alla madre è fondamentale. Il percorso dell’anima per ricongiungersi alla madre è doloroso e difficoltoso.

 

 

Rabbia, paura e rancore separano il bambino dalla madre ed è per questo che spesso il movimento interrotto non si porta a compimento con un unico “movimento”. Il percorso è lungo e ogni rappresentante ha bisogno del suo tempo, di tutto quello che gli serve. Va considerato che queste problematiche non si risolvono al primo tentativo, ma attraverso un lavoro lento, costante e profondo che solo l’amore dello spirito può sostenere fino in fondo per donarci alla fine una nuova vita. Ogni volta che ripetiamo questo esercizio si mostrano resistenze. Alcuni non arrivavano nemmeno alla meta. Qualcuno si ferma e torna indietro e così la dinamica della vita si ripete. La tensione e la  fatica sono evidenti e la pesantezza spesso diviene palpabile per i rappresentanti.

Alla fine ecco l’inchino, e nell’abbraccio tutto scende spesso insieme alle lacrime. La tensione si allenta, il capo si china all’amore dei genitori. Il genitore dà e il figlio prende, dall’alto verso il basso; finalmente al “giusto posto”. Il corpo sente tutto, ogni cellula ora vibra un nuovo messaggio. Lentamente le emozioni diventano nuovo nutrimento. Il corpo nella sua interezza si rinsalda. Quando faccio questo particolare esercizio e ogni volta che lo ripeto, anche il mio viso diventa, come quello degli altri, più radioso. E il mio corpo recupera la sua integrità.