Le costellazioni sono un cammino di cambiamento esistenziale potente. Quando si inizia questo percorso avviene una profonda metamorfosi. L’aspetto “mistico”, secondo Hellinger, rappresenta un’evidente trasformazione delle costellazioni. “Vedere” cambia tutto, la consapevolezza del proprio essere modifica il sistema.
È l’essenziale che conta, che diventa energia, e quindi “senso”. La cosa importante è rimanere aperti “al bordo delle cose”, anche solo con uno sguardo, una parola. In tutto questo c’è la potenza delle costellazioni e del lavoro di Hellinger. In “Mistica naturale” egli afferma che «è transitorio ciò che precede qualcosa che lo segue. Il transitorio viene annullato da ciò che lo segue. A sua volta, il transitorio ha annullato ciò a cui ha fatto seguito[1]». A tal proposito mi torna in mente la legge dell’impermanenza del Buddhismo. Io, che da sempre ho un impulso “ossessivo” rispetto alle ultime costellazioni, mi chiedo se riuscirò mai a raggiungere certe vette nel mio lavoro. “È questo quello che sono”, mi dico, restando in osservazione e accogliendomi con amore. Tante domande sgorgano in me: sono pronta alla rivelazione? Alla manifestazione dello “sconosciuto”? Sono pronta a lasciare apparire l’inusuale, senza intervenire con idee di salvezza o cura? Il metodo delle costellazioni ci permette di superare tutto ciò che è immediato, verso la consapevolezza di una realtà guidata dal profondo.
[1] Bert Hellinger, Mistica naturale, pg.115 op.cit
Lo spirito diventa il fulcro principale del Movimento dell’Anima, rappresentando la forma più avanzata delle Costellazioni Familiari.
Il metodo tradizionale delle costellazioni subisce un’evoluzione, raggiunge piani profondi, rivelando quelle dinamiche nascoste che legano ognuno di noi alla propria famiglia. Si tratta di andare a rivelare quell’impeto che ci porta a fare scelte che sono in antitesi con quello che sentiamo davvero. Sono meccanismi che ci portano a sacrificare noi stessi, perché inconsciamente siamo convinti di poter salvare qualcuno rinunciando alla nostra felicità. Ma un amore cieco non è mai la soluzione, anzi, ci fa scivolare verso schemi di reiterazione del problema. Finché sarà sempre quel bambino interiore, ferito e arrabbiato, a prendere il sopravvento, le nostre relazioni saranno sempre labili, precarie. Le costellazioni ci permettono di prendere quel bambino ferito e condurlo fisicamente e metaforicamente verso la fonte del suo dolore. Va letteralmente preso per mano, accompagnato verso un percorso di guarigione affinché l’amore possa nuovamente fluire, dandogli l’opportunità di maturare e di crescere. Un’opportunità che finora gli era stata negata.
Rifletto sulla parola “mistica”, che mi rimanda a un concetto speculativo cristiano, e una parte di me si domanda quale significato profondo assume questo termine per la sottoscritta. Il pensiero della morte si fa strada dentro di me, ma non come fine, bensì come momento per eccellenza. Siamo sorgente, accolti senza passato e senza futuro, come un luogo da cui scaturisce una vena d’acqua sotterranea. Nascita, origine, inizio, alba, di ogni passato e di ogni futuro. L’analisi finale dell’eterno e dello spirito. La coscienza di un tempo limitato dell’uomo e la consapevolezza che qualcosa di più grande ci sostiene nel “qui e ora” e ci vuole esattamente come siamo. Questo ci solleva, ci permette di abbandonarci, rende tutto più lieve. La ragione non impone più il suo dominio, non ci obbliga a capire, ma ci “lascia essere”. Non c’è ipocrisia in queste costellazioni, non sono volute o indotte. La mia parte psicodrammatica, qui, non si palesa, ma entrano in scena altre forze spirituali. L’amore è al centro, un amore che abbraccia tutti, che supera e guarisce dal passato, un amore spirituale. Un amore così forte e potente che non si può spiegare. Nel 2013, con il seminario di Milano, Hellinger introduce una nuova forma di costellazioni sistemiche familiari: le “costellazioni mediali”. Qui la parola si riduce all’essenziale, quasi sparisce. Il silenzio regna sovrano e apre la strada verso nuovi pensieri. Questo lascia uno spazio ampio per la spiritualità, permette alle connessioni energetiche di fluire e muovere i fili dell’universo.