L'APPARTENENZA

Prima legge delle Costellazioni: L'appartenenza

La prima legge ci parla dell’Appartenenza

 

«La coscienza collettiva conferisce a tutti uguale diritto di appartenenza e vigila affinché questo diritto venga concesso a tutti.» Non solo nascere ma anche far parte di una determinata famiglia o in un nucleo, ci include di diritto in un sistema familiare nel quale tutti i membri, compresi quelli mai nati, hanno lo stesso diritto di occupare il proprio posto all’interno del sistema stesso. Non ci sono gerarchie, né livelli inferiori o superiori di appartenenza, ma solo posti che ci spettano di diritto. Se l’appartenenza viene meno, viene rifiutata o negata, nasce lo squilibrio, il disordine, e il caos che poi portano al dolore. Appartenere a un gruppo, a una famiglia, a un clan, a un nucleo definito fa parte dei bisogni atavici dell’uomo.

Nel provare ad allontanarmi da quella famiglia che era da sempre al centro della mia vita, usciva un sorta di urlo interiore che mi faceva dire : “Io appartengo a voi...”

Il bisogno di appartenenza è primordiale e l’evoluzione umana ne è testimone: da quando l’uomo è comparso sul nostro pianeta, il gruppo ha sempre rappresentato la differenza tra vivere e morire. La vita di gruppo permetteva ai nostri antenati pelosi di difendersi dai pericoli (animali quanto antropici), di procurarsi il cibo, di condividere le informazioni e la conoscenza indispensabili per sopravvivere. Nel corso degli ultimi diecimila anni, il bisogno di appartenere al gruppo di origine (al clan, alla famiglia) o a quello di affinità, si è evoluto ma non è cessato.

Essere accettati è la discriminante per sentirci più o meno realizzati, felici, amati. In una sola frase: al nostro posto. Ogni volta che portiamo avanti e difendiamo le regole del nostro sistema familiare, ovvero quelle che a livello di coscienza individuale, riconosciamo e sentiamo come giuste, sappiamo che ci stiamo comportando bene. Sappiamo di essere nel giusto. Viceversa, quando ce ne allontaniamo, ci sentiamo in colpa, e fuori posto. Dal sistema familiare, insieme alle regole, portiamo con noi anche le dinamiche facendoci carico dei meccanismi che le governano. Nei seminari abbiamo visto spesso come tali meccanismi perpetrati da una generazione all’altra portino poi a faide e, addirittura, a guerre capaci di attraversare i secoli. Questi fenomeni interessano ognuno di noi, in ogni gesto, in ogni evento o comportamento del nostro quotidiano. Del sistema familiare non fanno parte solo i nostri genitori e i parenti, ma anche i partner, le vittime e i carnefici di ogni violenza, chiunque abbia portato benessere o provocato dolore alla famiglia, con un significato allargato, ad ampio spettro che ricomprende e include tutti i membri del clan. L’inclusione di tutti i membri è essenziale e non trascendibile.

«Ciò è dimostrato dal fatto che se non vengono accettati, un membro successivo le rappresenterà. Questi membri percepiscono quindi l’energia omicida dentro di sé anche se non sanno nulla delle vittime.» [1] Bert Hellinger, L’evoluzione delle costellazioni famigliari.

 

Durante la formazione ne abbiamo visto l’esempio nei casi di aborti volontari con il figlio non nato rappresentato da qualcun altro (spesso un altro figlio); oppure nelle separazioni, con il figlio avuto dal nuovo partner che rappresentando il partner precedente, rendeva visibili e finalmente chiare le dinamiche della vecchia relazione. Circa l’imprescindibilità dell’inclusione, allontanare (quindi escludere) chi porta disagio e dolore alla famiglia viene percepito come un atto di difesa naturale, quasi dovuto. Basta pensare a quanti sono i malati psichici emarginati dalle loro famiglie, quanti i figli di incesti o relazioni clandestine esclusi, non riconosciuti, abbandonati. Eppure, così facendo, si ottiene solo uno spostamento del problema, che di fatto non sparisce, ma slitta a livello della coscienza del sistema familiare. Poiché sappiamo che la coscienza familiare non contempla i vuoti, non ammette le esclusioni, ogni esclusione prima o poi verrà espiata nella famiglia attraverso la legge di compensazione. Ancora prima di nascere, nel preciso istante in cui veniamo al mondo come singole cellule che si sdoppiano fino a formare un individuo, abbiamo con noi un bagaglio, un carico di torti subiti da riparare, di angherie da pagare, di equilibri persi da ristabilire e di legami sfaldati da riallacciare. Senza saperlo ci muoviamo nel mondo con la sensazione di una missione e al tempo stesso di un peso: un vuoto da colmare, un baratro da ripianare.

<<Se i membri della nostra famiglia sono stati vittime di crimini, soprattutto se hanno perso la vita, allora gli assassini diventano parte della nostra famiglia.>> Bert Hellinger

Se la madre ha vissuto uno o più aborti, il figlio che nasce ne riceve il carico in termini di proiezioni e aspettative. Non solo il suo, ma anche quello dei fratelli e delle sorelle non nate. Quando la regola dell’appartenenza non viene rispettata, quando l’inclusione non c’è, nel sistema resta un vuoto che porterà a un disequilibrio il quale, a sua volta, dovrà essere sistemato da quelli che verranno dopo e ne prenderanno il posto.

La grande innovazione del lavoro di Hellinger sta anche nell’aver messo in luce come i contrasti tra la coscienza individuale, le sue “fedeltà” e la coscienza sistemica, scemino fino a perdere peso e poi svanire una volta inclusi nella coscienza dello spirito. Durante le costellazioni è capitato e capita che vittime e carnefici si incontrino, si guardino negli occhi e ci mostrino quindi qualcosa di più grande, qualcosa che ci accomuna tutti: il miracolo della coscienza dello spirito la cui forza guaritrice entra in azione.

TRATTO DA "IL CORPO E L’ANIMA. I LORO MOLTEPLICI SIGNIFICATI NELLE  NUOVE COSTELLAZIONI FAMILIARI SPIRITUALI"

Dott.ssa Flavia Accini: psicologa, costellatrice familiare Hellinger Schule®, formatrice, counselor di coppia, psicodrammatista.

Dott. Daniele Pezzoli: psicologo, costellatore familiare Hellinger Schule®, insegnante meditazione Zen e Qigong, musicoterapeuta.